Salute e Ambiente

Venerdì 21 Ottobre 2022

Xylella fastidiosa: nuovo biosensore per prevenire il batterio

Un biosensore elettronico per la ricerca di piante infette da Xylella fastidiosa che rivela la presenza di un singolo batterio direttamente sul campo.

di Emanuele Fiorio

Scheda tecnica

Biosensori elettronici per rilevare la presenza di un singolo batterio Xylella fastidiosa in tempi brevi, prima che i suoi effetti siano visibili, consentendo interventi più efficaci. È questo l'obiettivo di uno studio condotto dai ricercatori dell'Istituto per la protezione sostenibile delle piante (Cnr-Ipsp) e dell'Istituto di fotonica e nanotecnologie (Cnr-Ifn) del Consiglio nazionale delle ricerche, in collaborazione con i Dipartimenti di Chimica, Farmacia e Fisica dell'Università degli Studi di Bari e con il contributo di Agritest, S.r.l. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista Advanced Science con un Impact Factor molto alto (16,8).

"Fino ad oggi, il rilevamento ultrasensibile della Xylella fastidiosa ha impiegato test di rilevamento molecolare che utilizzano il DNA del batterio come bersaglio. Questi test prevedono l'uso di infrastrutture di laboratorio e richiedono tempi di almeno tre ore. L'innovativa piattaforma elettronica proposta dal gruppo di ricerca barese permetterebbe di rilevare un singolo batterio in soli 30 minuti direttamente sul campo", spiega Luisa Torsi, professoressa ordinaria di chimica analitica all'Università di Bari e vicepresidente del Consiglio scientifico del Cnr, coordinatore della ricerca.

"Per il momento, l'individuazione precoce del batterio e le misure di contenimento attuate nei territori sembrano averne rallentato la diffusione. Servono strumenti rapidi ed efficaci per diagnosticare e intervenire il prima possibile per cercare di fermare la malattia", afferma Donato Boscia, responsabile della sede di Bari del Cnr-Ipsp e uno dei pionieri della lotta alla Xylella fastidiosa in Puglia.

Il risultato ottenuto è di grande importanza per l'individuazione precoce di organismi fitopatogeni e per l'attuazione di misure preventive. Come sottolinea Eleonora Macchia, ricercatrice del Dipartimento di Farmacia-Scienze Farmaceutiche dell'Università di Bari, "i biosensori basati sulla tecnologia dei transistor a singola molecola (SiMoT) possono essere utilizzati per la diagnosi sul campo di malattie e parassiti delle piante".

Gaetano Scamarcio, professore ordinario presso il Dipartimento Interuniversitario di Fisica dell'Università di Bari e socio della sezione Cnr-Ifn di Bari, conclude che "i principali limiti dei metodi classici di laboratorio hanno a che fare con la necessità di personale specializzato e l'uso di strumenti complessi. È chiaro che una piattaforma così robusta consente analisi accurate, rapide e ultra-sensibili, che rappresentano uno strumento molto potente contro la diffusione di Xylella fastidiosa.