Che esperienze offre la tua azienda? Quali sono i vostri elementi peculiari che vi rendono attrattivi?
Questa è una domanda che ci poniamo spesso anche noi. Avere un ventaglio così ampio di esperienze per i nostri visitatori è un grosso vantaggio che porta spesso a scegliere la nostra realtà rispetto ad altre.
Proponiamo visite guidate da assaggiatori qualificati che partono dall’oliveta passando al frantoio e all’orciaia dove avviene l’assaggio di 2-3 varietà di oli diversi per far sentire ai turisti la differenza tra olive raccolte a ottobre e olive raccolte
a dicembre. Infine si termina il tour al nostro ristorante agrituristico dove i visitatori possono fermarsi a mangiare e ad acquistare i nostri prodotti.
E’ un tipo di esperienza che sta avendo molto successo ora. Noi proponiamo queste attività da 10 anni e posso garantire che si tratta di un fenomeno esploso dopo la pandemia: le persone oggi sono curiose e vogliono capire da dove nasce questo prodotto.
Ciò che rende ancora più peculiare la nostra azienda è l’allevamento di una razza di mucche caratterizzate da una altezza di 1,10 metri (più basse rispetto alla classica Frisona, intorno ai 1,3 metri, ndr) che vengono fatte pascolare nelle nuove olivete
per fertilizzarne il terreno in modo naturale. L’altezza ridotta di questa specie consente di far pascolare liberamente l’animale evitando il rischio che riesca a mangiare la parte importante dell’ulivo. Per consentire di visitare i nostri uliveti
e le nostre mucche con più facilità proponiamo anche un tour a bordo del nostro fuoristrada, sia di giorno che di notte.
Le nostre proposte sono tantissime, l’azienda è nata come produttrice di olio, ma successivamente si è espansa anche con la piccola produzione di miele e uova da galline libere, tutti prodotti che ci vengono richiesti dagli alberghi a 5 stelle della
zona. Questo ci consente di proporre anche altri tipi di tour, come quello dedicato alle api o alla fattoria didattica.
Infine, credo che gli altri nostri punti di forza siano la qualità della comunicazione e la cura dell’immagine della nostra azienda - a cui prestiamo molta importanza anche sui social - e la preparazione del nostro personale che parla correttamente
più lingue. Quest’ultimo punto non è infatti scontato, vista la difficoltà nel reperire personale, un problema molto attuale.
Qual è il profilo tipo dell’oleoturista che ricerca l’esperienza in frantoio?
Principalmente sono famiglie, ma non sono escluse anche persone di varie età in una forbice che va dai 28 fino ai 70 anni. Riscontriamo meno visite da persone tra i 40 e 50 anni rispetto ai più giovani e anziani, ma questo è un dato che abbiamo rilevato
per puro caso e a cui non saprei dare una spiegazione.
Ad oggi non è più solo il fiorentino a visitarci, ma si è aggiunto anche il turista del nord Italia. Per quanto riguarda l’estero parliamo soprattutto di tedeschi, belgi e più in generale di turisti provenienti dal nord Europa. Le visite da parte
di turisti americani sono crollate a seguito della pandemia ma questo è stato compensato dai tantissimi italiani che ora rappresentano l’80% dei nostri visitatori.
In quali modi è possibile prenotare l’esperienza presso la vostra azienda?
Tramite il sito che dispone dello shop online per le esperienze o tramite chiamata e mail.
Le agenzie di viaggio ci contattano meno rispetto al passato. Tempo fa i clienti esteri, soprattutto quelli provenienti dal nord Europa, ci visitavano solo tramite agenzia. Oggi siamo cresciuti come azienda e anche grazie al marketing abbiamo molti
più turisti privati. Infatti ora molti vengono a conoscenza della nostra realtà cercando su Google una fattoria agrituristica vicino a Firenze, ricerca dove appariamo tra i primi risultati.
Siete soliti raccogliere i dati degli oleoturisti per analisi o futuri contatti?
Sì, lo facciamo. Abbiamo la nostra banca dati che utilizziamo per inviare successivamente novità, promozioni su olio e visite o eventuali cambiamenti. E’ una cosa che sceglie il cliente lasciandoci la propria mail volontariamente.
Dopo l’esperienza i visitatori acquistano olio? Qual è la spesa media?
Quasi sempre si, anzi al 99%. La spesa media si aggira sui 25 euro.
Secondo Lei, in quali ambiti è necessario investire per implementare l’oleoturismo?
Secondo la mia opinione bisogna investire sui social e più in generale sul web, ma anche sul personale. Sembra assurdo ma la qualità del personale, e soprattutto l’investimento sulla loro preparazione, incide molto sull’andamento aziendale. Come per
il vino, anche l’olio richiede degli operatori professionali che conoscano caratteristiche e processi del prodotto. Non bisogna essere superficiali.
Sappiamo che siete co-fondatori del Movimento Turismo Olio Toscana. Di cosa si tratta?
Il Movimento Turismo Olio Toscana è un consorzio nato a luglio 2021. Ne fanno parte 14 aziende toscane di varie zone, partendo da Grosseto arrivando a Firenze e Pistoia, tutte di altissima qualità verificata dal consorzio. Le aziende offrono visite
guidate in frantoio, degustazioni ed eventualmente il pernottamento.
La Fattoria di Maiano è una delle aziende fondatrici, ma ora stanno entrando anche altre aziende. Tra i nostri progetti c’è quello di organizzare durante il periodo della frangitura dei percorsi che siano in grado di far conoscere ai turisti le varie
tipologie di raccolta e lavorazione attuate dai diversi frantoi.
Questo movimento nasce per fare network tra le aziende. Il nostro obiettivo non è solo far sì che i turisti visitino le singole aziende, ma è piuttosto quello di creare un sistema dove il turista possa visitare più frantoi e confrontare i diversi
oli toscani. Insieme si è più forti e solidi.