Maurizio Tamellini è il titolare di
La Contarina, azienda veronese collocata fra le valli d’Illasi e Mezzane, una zona particolarmente vocata per la coltivazione dell’olivo.
La Contarina propone esperienze ed attività oleoturistiche in un contesto collinare davvero eccezionale, in cui fa capolino anche un antico casale di pietra risalente al Settecento.
Tamellini ha concentrato i suoi sforzi su cultivar autoctone quali Grignano, Favarol, Trepp, Perlarol, Maurino, Pendolino e nel 2020 ha ottenuto il riconoscimento come “Grande Olio Slow Food” e rappresenta l’unico presidio Slow Food del veronese
(sono due in tutta la Regione Veneto) per l’olio extravergine di oliva.
Abbiamo voluto intervistare il Sig. Tamellini per capire come gestisce ed organizza la propria offerta oleoturistica.
Che esperienze offre la sua azienda? Quali sono gli elementi peculiari che vi rendono attrattivi?
Non faccio interventi mirati per attrarre, semplicemente indico sul sito che la mia azienda è aperta alle visite.
Si tratta di una esperienza culturale, propongo visite alle coltivazioni, parlando della scelta di produrre secondo il metodo biologico che applico da 23 anni, poi segue la degustazione guidata in cui si insegnano le tecniche conoscitive. Il “passaparola”
è un importante attrattore ed uno strumento di diffusione delle informazioni che i visitatori scambiano dopo aver preso parte all’esperienza.
Qual è il profilo tipo dell’oleoturista che ricerca l’esperienza in frantoio?
Il visitatore tipo è una persona colta proveniente da una classe sociale medio-alta che si presenta in azienda sempre in famiglia o con amici.
Ama comprendere la natura ed approfondire i procedimenti che si compiono per giungere al prodotto finito. Nei visitatori noto una scarsa conoscenza generale del mondo della produzione dell’olio, motivo per cui si avvicinano.
In quali modi è possibile prenotare l’esperienza presso la vostra azienda?
L’oleoturista può prenotare la visita telefonando direttamente in azienda, via mail o attraverso il form “contattaci” del sito web. In ogni caso si concorda sempre giorno e ora.
Siete soliti raccogliere i dati degli oleoturisti per analisi o futuri contatti?
Non raccolgo mai i dati, salvo fatturazioni. Chiedo solo cosa li ha spinti a noi.
Dopo l’esperienza i visitatori acquistano olio? Qual è la spesa media?
I visitatori acquistano sempre prodotto, in media 50/60 euro per famiglia.
Secondo Lei, in quali ambiti è necessario investire per implementare l’oleoturismo?
Sono esperienze culturali emotive che solo il produttore, qualora abbia le capacità, riesce a comunicare.
I tour operator organizzano visite “business” e questa modalità toglie fascino all’esperienza, la strada più efficace è raccontare la verità ed essere se stessi descrivendo anche aspetti non positivi (grandinate, gelate, scarse produzioni).
Serve educazione, competenza effettiva, molto rispetto generale, avere sempre la risposta pronta, leale, sincera...e naturalmente prodotti riconosciuti. Le visite “business” tramite tour operator non portano un giro d’affari consistente, non
ritengo sia la strada giusta, meglio segnalare le esperienze direttamente online sul proprio sito.