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Trinitapoli, un comune italiano in provincia di Barletta-Andria-Trani, in Puglia nasce il
Frantoio Labianca Domenico.
Intorno agli anni ’20, Orazio Antonio Labianca, insieme al figlio Domenico, hanno deciso di piantare i primi alberi di ulivo di cui oggi si occupa, con dedizione, la quarta generazione familiare.
Abbiamo intervistato Loreta Labianca, da tutti conosciuta come Lorella – responsabile di comunicazione e marketing per l’azienda – per scoprire le peculiarità di questa azienda pugliese centenaria.
Ci racconti della sua azienda: quali sono gli elementi che maggiormente vi caratterizzano e distinguono dalla concorrenza?
La nostra è una piccola azienda di tipo familiare che opera sul territorio pugliese da oltre 4 generazioni. Ci troviamo in Puglia, nella provincia di Barletta- Andria-Trani, nel piccolo paese di Trinitapoli. In questa zona vocata all’agricoltura,
il mio trisnonno costruì il primo frantoio della famiglia, attività che poi si è tramandata fino ad oggi. Ora ci siamo io e mio padre e non abbiamo mai smesso di credere in questa terra e nei suoi frutti. Ho passato 13 anni a studiare e ad
accumulare esperienze lontana da casa, fino a quando io e il mio compagno, con il quale vivevo a Parma, durante la pandemia da Covid-19, abbiamo deciso che avremmo voluto qualcosa di diverso da una vita in città. Quindi, abbiamo scelto di trasferirci in Puglia per lavorare e piano, piano prendere in mano l'azienda di famiglia.
Così è iniziata quest’avventura. I nostri punti di forza sono sicuramente l’esperienza e l’artigianalità maturata in questi decenni e portata avanti da Domenico (mio padre). Il fatto di essere una piccola azienda familiare ci sprona a fare un po’
tutto, infatti dalla vita nei campi alla vita in frantoio, ognuno ha il suo ruolo ma nel momento del bisogno chi può, aiuta. Il carattere familiare si nota anche con i nostri clienti con i quali si viene a creare un rapporto “intimo”, avendo,
il più delle volte, un legame che va oltre la semplice vendita. Il nostro impegno è volto al continuo miglioramento e alla sostenibilità.
L’Italia è uno dei paesi che esporta più olio: oltre il 60% della produzione totale. Quali sono i vostri principali Paesi export e qual è la situazione attuale su questi mercati?
Attualmente l’export rappresenta circa il 25% del nostro business. Siamo presenti in Olanda, Belgio e Inghilterra, grazie a buyer che lavorano per noi sul territorio. Il nostro piano per i prossimi anni è sicuramente consolidare ed incrementare
queste posizioni ed affacciarci su mercati quali quello francese – dove abbiamo già qualche contatto da sviluppare – e, rimanendo nel nord Europa, il mercato
danese, che è quello che ci attrae di più.
A causa della siccità e del riscaldamento globale, la produzione d’olio extravergine d’oliva è in calo: anche lei sta riscontrando queste difficoltà? Quali sono le misure che sta adottando per fronteggiare questa situazione?
I cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti e, ovviamente, in una zona come questa risultano particolarmente estremi (qualche settimana fa abbiamo assistito ad una forte grandinata con vento a 100 km/h). La Puglia in particolare è da sempre in emergenza idrica,
siamo abituati a razionamenti d’acqua soprattutto in estate. Infatti, molto spesso ci ritroviamo a dover fare dei turni in orari particolari. In questa delicata situazione stiamo adottando misure aggiuntive come per esempio una potatura studiata
ad hoc oltre ad alcuni trattamenti sui terreni come per esempio la pacciamatura per riuscire a mantenere la temperatura leggermente più bassa a livello terra e razionare maggiormente l'acqua.
Cosa ne pensa della mancanza di conoscenza da parte di numerosi utenti rispetto alle diverse categorie di olio d’oliva? È questo, secondo lei, un limite importante per le vendite di olio EVO di qualità? Quali sono i metodi che adotta per informare la clientela e guidarla verso un consumo più consapevole?
Questo è un tema molto importante per noi, perché crediamo molto nella formazione e la applichiamo a diversi livelli. Per esempio, chi viene in frantoio per una visita ha a disposizione una degustazione dei nostri oli con annessa spiegazione delle
diverse varietà delle olive, dei momenti di raccolta e della trasformazione che avviene in azienda. L’olio extravergine di oliva viene ritenuto un banale ingrediente da cucina e non una componente che conferisce identità al piatto e che va adattata alle diverse preparazioni.
Noi cerchiamo, per quanto possibile, di istruire i nostri clienti sul valore dell'olio Evo, facendo degustazioni e mini corsi formativi. Stiamo lavorando per fare una carta dell'olio, in cui verranno descritte tutte le caratteristiche dell'olio e i vari abbinamenti consigliati.
Ci stiamo anche strutturando per poter ospitare dei Team Building, che in maniera divertente possano anche aprire la mente del consumatore sul valore e sulle diverse qualità dell'olio Evo. Per anni abbiamo supportato un'iniziativa dal nome
“adotta un ulivo” dove le persone, da ogni dove, ma soprattutto olandesi, venivano a raccogliere le olive della propria pianta, precedentemente adottata, da cui potevano ricavare il proprio olio da portarsi a casa. Questo era un modo per sensibilizzare
le persone al consumo dell'olio di qualità e per insegnare loro il valore e il sapore di un prodotto sempre troppo bistrattato. Altro aspetto a cui teniamo molto è il confronto con i ristoratori i quali attraverso consigli e spiegazioni
possono indirizzare il cliente verso una scelta più consapevole. Abbiamo notato, soprattutto negli ultimi anni, una forte inclinazione da parte dei ristoranti ad apprendere sempre di più ciò che concerne il mondo dell’olio EVO. Infine,
le fiere e i mercati sono enormi megafoni per far capire l’importanza di avere in tavola un prodotto di qualità che viene usato ogni giorno, ed anche questo canale ci sta dando buoni risultati dal punto di vista dell’interesse del cliente finale.