Marchesi Gallo si trova a Castrovillari, in provincia di Cosenza, in Calabria.
Situata in un avvallamento naturale denominato “Conca del Re”, Castrovillari è attraversata dal fiume Coscile e circondata dall’Appennino calabro lucano.
L’azienda produce olio extravergine di oliva in condizioni particolari: trovandosi ai piedi del Monte Pollino, Marchesi Gallo produce un olio che beneficia di caratteristiche uniche, ma anche di difficoltà, tra cui l’impossibilità di irrigazione.
Abbiamo intervistato Francesco Barbino – titolare dell’azienda – per capire le peculiarità aziendali e le prospettive della raccolta in seguito alle temperature elevate e all’emergenza idrica.
In che misura gli effetti nefasti delle alte temperature e della siccità hanno impattato sulla produzione della vostra azienda?
È oggettivamente difficile valutarlo con precisione in questo momento. I conti si fanno alla fine della raccolta e si valutano in termini di quintali di olive raccolte ma anche, e soprattutto, valutando la resa in percentuale per quintale. Al sud siamo piuttosto in linea con le annate passate,
anche se la siccità di quest’anno è stata molto importante e il vento caldo in fioritura ha creato danni sostanziosi. Abbiamo irrigato dove è stato possibile, ma per i territori collinari non è stato possibile fare molto.
Secondo Lei le conseguenze negative dei mesi estivi potrebbero in parte essere compensate dalle condizioni meno sfavorevoli dei mesi autunnali?
Assolutamente sì. In questo periodo con il giusto quantitativo di piogge e con le temperature giuste i miglioramenti sono evidenti.
Secondo le prime stime, in Italia si prevede una produzione di quasi un 20% in meno rispetto alla stagione precedente. Lei si ritrova in questi numeri?
Per me e i miei colleghi della zona parliamo di percentuali che si aggirano intorno al 40%. Va comunque detto che la scorsa annata è stata straordinaria: nel nostro territorio c’erano piantagioni che a febbraio inoltrato avevano ancora alberi
carichi di frutto.
Oltre all’emergenza climatica, ci troviamo di fronte all'aumento dei costi energetici e all'incremento di carta e vetro, essenziali per gli imballaggi. Come state affrontando questa situazione in azienda?
Provvederemo con dei cambiamenti nel packaging: al posto della lattina da 5 litri opteremo per il bag in box. Questa modifica comporterà dei costi iniziali ma apporterà numerosi benefici, tra cui la migliore conservazione del prodotto. I costi
del cartone e delle etichette hanno subito un aumento marginale che per noi è trascurabile. Per ciò che riguarda i costi di trasporto stiamo provvedendo con un controllo attento dei preventivi degli spedizionieri. Sicuramente aumenteremo i prezzi.
Secondo Lei gli aumenti dei prezzi dell'energia, della logistica e delle materie prime ricadranno sulle spalle dei consumatori o ci sono strumenti per evitare questa prospettiva?
Gli aumenti inevitabilmente ricadranno sia sul consumatore finale sia su una percentuale del nostro utile. Andremo a ritoccare i prezzi anche con chi abbiamo rapporti commerciali da tempo. Aumenteremo i prezzi soprattutto per quanto riguarda le
linee di maggior pregio: le monocultivar per noi rappresentano una percentuale importante della produzione. L’eccellenza che ricerchiamo in fase produttiva ha dei costi sostanziosi e questi aumenti li renderanno ancora più alti.