Esperienze Aziendali
Lunedì 12 Giugno 2023
Olivi secolari tra Massama e Oristano
Agriturismo il Giglio: tradizione familiare tramandata da 5 generazioni.
di Redazione Oil MeridianL’importanza di veicolare l’artigianalità nel mondo e favorire l’informazione tra consumatori e produttori.
di Veronica ZinIl Frantoio Romano Vincenzo ha sede a Bronte, città particolarmente conosciuta per la varietà di Pistacchio di Bronte e che si trova nella parte Nord-Est della Sicilia, in provincia di Catania.
Romano Vincenzo è un’azienda che opera nel settore oleario dal 1959 e si occupa principalmente della produzione di olio extravergine di oliva, sia per conto di terzi – a cui offre anche consulenza relativa alle fasi di coltivazione e raccolta – che in proprio.
Abbiamo intervistato il direttore generale dell’azienda Pasquale Romano che, prima di iniziare l’intervista, ha voluto subito farci sapere che il Frantoio Romano Vincenzo sta cominciando a muovere i
primi passi nel mondo dell'oleoturismo, realizzando una bellissima sala di degustazione in un vecchio casale (anticamente adibito alla produzione di vino): un vero e proprio palmento antico sull’Etna che si sta oggi
trasformando in una sala di degustazione dedicata all’oleoturismo con due terrazze da 150 metri ciascuna.
Ad oggi non riusciamo a capire quale sarà la perdita effettiva e quali saranno i costi di produzione reali perché non conosciamo il danno che ha fatto la siccità e lo sapremo solo quando andremo ad iniziare il processo di molitura delle olive e ad
estrarre l’olio. Sicuramente le rese saranno più basse ma quanto costerà la raccolta, quanto costeranno le bottiglie, come inciderà l’energia elettrica ed il gas per la gestione del frantoio fanno parte di un insieme di cose di cui non riusciamo ancora
a capire le conseguenze reali. Possiamo fare un’analisi congiuntiva e non una previsione.
Cosa ne pensa della mancanza di conoscenza da parte di numerosi utenti rispetto alle diverse categorie di olio d’oliva? È questo, secondo lei, un limite importante per le vendite di olio EVO di qualità? Quali sono i metodi che adotta per informare la clientela e guidarla verso un consumo più consapevole?
Noi abbiamo un grande problema: vanno educati prima i produttori e poi i consumatori. Sono due cose diverse ma entrambe altrettanto difficili perché il produttore sa bene che adottare certi metodi di lavorazione presuppone dei costi
superiori difficili da affrontare perché i costi vanno aumentando sempre di più e non sempre un maggiore investimento si traduce in un maggiore guadagno. Per quanto riguarda il consumatore la cosa cambia: gli oli di grande qualità prima devono
essere fatti e poi devono essere venduti. Il coraggio e la capacità di farli non ci manca. Non riusciamo però a far capire al cliente la differenza tra un olio extra vergine di oliva di qualità ed un olio di oliva che si può acquistare negli scaffali
di un supermercato. Nel nostro piccolo, offriamo dei corsi e forniamo degli interventi per informare i clienti e dar loro la consapevolezza di capire che quello che offriamo noi è un prodotto salutare e nutraceutico.
Io per primo, infatti, consiglio ai ristoratori di mettere sempre una piccola bottiglia di olio Evo di qualità (250 ml al massimo) a menù così che i clienti possano degustare le portate abbinandole ad un olio extra vergine di oliva di qualità. Una
volta finito il pasto i clienti potranno portarsi a casa la bottiglia con l’olio avanzato: così facendo, il ristoratore non perde né guadagna nulla, ma avrà la possibilità di offrire un olio EVO di qualità, senza che questo venga lasciato aperto ad
attendere i prossimi commensali, perdendo le sue caratteristiche tipiche nell’attesa.
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