C’è una nuova piaga che sta interessando gli oliveti pugliesi, lo dimostra una nuova ricerca del CREA – DC (Difesa e Certificazione), istituto nazionale di riferimento per la protezione delle piante, entrato a far parte del servizio fitosanitario nazionale
quale organismo scientifico di supporto in materia di insetti, acari, nematodi, funghi, batteri e virus.
Non bastavano i gravi problemi causati da Xylella fastidiosa pauca, i ricercatori del CREA hanno identificato il Neofusicoccum mediterraneum, caratterizzato dalla capacità di diffondersi rapidamente e di attaccare alberi già infettati da Xylella
fastidiosa.
Il patogeno fungino era già stato segnalato in Salento nel 2008, tuttavia all’epoca i ricercatori lo avevano identificato solo sui frutti e con una frequenza minima.
Lo studio “è stata spinto dal fatto che un fenomeno di appassimento, caratterizzato da caratteristiche sintomatologiche mai viste prima, stava emergendo negli oliveti dal 2019" come sottolinea Massimo Pilotti, autore principale dello studio.
Il ricercatore ha confermato che distinguere correttamente l'insorgenza di problematiche causate da Neofusicoccum mediterraneum o Xylella fastidiosa è impegnativo: "I sintomi causati da Neofusicoccum sono simili a quelli di Xylella a prima
vista ma si possono distinguere dalle tipiche macchie necrotiche rosso-brune del Neofusicoccum e dalle foglie che si arricciano verso il basso".
Una diagnosi corretta e definitiva si basa solo sull'isolamento del patogeno o sul rilevamento molecolare del patogeno.
Il Neofusicoccum mediterraneum è altamente aggressivo ed è una delle maggiori preoccupazioni per gli uliveti in Spagna e California (USA), dove causa quello che viene definito “Branch and Twig Dieback (BTD)” caratterizzato da scolorimento del legno,
cancro corticale e peronospora.
"Non facciamo l'errore di considerare Neofusicoccum mediterraneum come l'unico agente del BTD", ha detto Pilotti. "Questo deve ancora essere pienamente dimostrato, altre specie fungine infatti sono state associate al BTD e hanno dimostrato di contribuire
allo sviluppo della malattia".
Come sottolineato precedentemente, il Neofusicoccum mediterraneum era già stato segnalato negli oliveti pugliesi 14 anni fa, ma i ricercatori del CREA hanno ipotizzato che il fungo abbia cambiato il suo rapporto con l'ospite a causa della selezione
naturale di nuovi ceppi patogeni o semplicemente abbia cambiato la sua aggressività come conseguenza dei cambiamenti nella nicchia ecologica degli oliveti.